RIFUGI E MONTAGNE: UN CONNUBIO INDISSOLUBILE
Pensando ad uno dei simboli delle Alpi e delle montagne, non può non venire in mente il rifugio alpino. Varcarne la porta è come catapultarsi in un mondo che il tempo sembra aver congelato a qualche decennio fa. Frenesia, sovrabbondanza di tecnologia, vanità cittadine e, spesso, la ricezione telefonica, sono infatti elementi che non oltrepassano le mura di questi luoghi quasi sacri.
Con l’avvicinarsi della sera, oltre ad avere in regalo delle atmosfere magiche, i profumi della cucina cominciano a richiamare gli escursionisti verso i tavoli, attorno ai quali risate, calore umano e brindisi rendono l’ambiente ancora più accogliente.
Con il cuore e l’animo caldo, alle 22 le luci si spengono, e i letti nelle camerate si fanno invitanti. Racchiusi nel sacco lenzuolo, tra un riassunto mentale sulla giornata appena trascorsa e l’immaginazione che corre libera a sognare le avventure del domani, il sonno ristoratore prepara i viandanti alle fatiche del nuovo giorno, affrontate non prima di un’opportuna colazione.
LE ORIGINI
La storia dei rifugi va di pari passo con lo sviluppo dell’attività alpinistica ed escursionistica, che ha visto il suo apice nella seconda metà del 19° secolo. La convenzione vuole infatti che il primo rifugio in senso stretto nato sulle Alpi sia il Rifugio Alpetto, inaugurato nel 1866 sul Monviso. Questa fu la prima struttura ad essere espressamente costruita per fini alpinistici/escursionistici.
Costruzioni assimilabili a rifugi sorgevano in realtà in zone montuose già nei secoli precedenti, con funzioni quali ricoveri per pellegrini, edifici di appoggio in zone minerarie o stazioni di ristoro lungo le vie commerciali che attraversavano i passi.
9 SUGGERIMENTI PER UNA NOTTE IN RIFUGIO PERFETTA!
Per vivere al meglio questa meravigliosa esperienza, ecco alcuni suggerimenti:
Ricorda di prenotare i posti letto con congruo anticipo. I rifugisti faranno sempre il possibile per accoglierti anche senza prenotazione ma, per buonsenso e comodità, la prenotazione è doverosa.
Non siamo in un albergo. La doccia potrebbe non essere in funzione per mancanza di acqua, i bagni sono in comune, e l’ora per la cena è fissa (di solito le 19.00). Se non c’è il wi-fi approfittate per conversare con gli altri escursionisti o per leggere un libro. Un’opportunità da cogliere per vivere una serata dal sapore antico.
Con gli scarponi non si entra nella zona notte, chiedi al gestore dove poterli lasciare.
Verifica la disponibilità in rifugio di ciabatte e sacco lenzuolo all’atto della prenotazione, e, in caso negativo, porta il tuo materiale.
Una torcia frontale sarà di grande aiuto durante la notte, per raggiungere i bagni o altre necessità.
Se hai dispositivi elettronici da ricaricare (macchine fotografiche, action cam, cellulari…), chiedi se c’è la possibilità di farlo all’atto della prenotazione, altrimenti porta con te un powerbank.
Se vi piace la condivisione, la classica fiaschetta con un buon liquore, estratta al momento giusto, vi renderà i beniamini del rifugio.
I tappi per le orecchie possono salvarvi la nottata in caso di russatori presenti in camera con voi.
Prima di partire lascia tutto in ordine. Gestori e prossimi visitatori te ne saranno infinitamente grati!
Fatte queste premesse, non resta che preparare lo zaino e prepararsi a vivere una notte da ricordare!
Vuoi vivere questa esperienza appoggiandoti ad una guida, magari organizzando un trekking di più giorni facendo base in rifugio? Contattami, sarò felicissimo di aiutarti nel tuo progetto e di accompagnarti nelle tue giornate nelle terre selvagge!