Le sere d’ottobre, un momento magico
Tra i periodi dell’anno che sanno regalare delle forti emozioni, ottobre è uno di quelli capace di lasciare un segno in chi si avventura tra i monti. Le immagini, i profumi e i suoni di questo periodo rimangono infatti impressi non solo negli occhi di chi si avventura tra le montagne all’inizio dell’autunno, ma anche nell’anima.
Nelle lande dell’estremo nord-est Italia giace una valle che rappresenta uno scrigno di emozioni, un angolo di paradiso ancora non deturpato dal turismo di massa e dalla sovrabbondanza delle infrastrutture: la Val Resia, cuore pulsante del Parco Naturale delle Prealpi Giulie, il primo parco istituito nel Friuli Venezia Giulia, nell’ormai lontano 1996.
Durante il mio primo autunno da Accompagnatore di Media Montagna non avrei potuto rinunciare ad un’immersione in questo luogo magico, in un periodo così suggestivo. Da qui nasce l’idea di proporre due esperienze al tramonto, per godere delle ultime luci del giorno ed ascoltare il possente bramito dei cervi, nel pieno della stagione degli amori.
Il canto d’amore di questi maestosi animali è stato il nostro inno al crepuscolo; la loro voce poderosa ha accompagnato i nostri passi in quest’angolo dimenticato delle Alpi, a ricordarci come noi esseri umani, lontano dal tepore delle nostre case e dalle strade illuminate a giorno, non siamo altro che un anello della catena che compone la natura.
Una riconnessione con la natura, tra atmosfere ancestrali
Si sa, mentre il sole va a tuffarsi dietro alle montagne, colorando il cielo con sfumature meravigliose, è più facile sentirsi connessi al territorio. Per enfatizzare il tutto cosa c’è di meglio di un aperitivo auto-organizzato presso una casera non gestita? I momenti di raccoglimento di cui si può approfittare in questi luoghi, specialmente tra colori crepuscolari e bramiti, sono infatti senza pari. Un fuoco e la condivisione di qualcosa da mangiare e da bere sono infatti elementi sufficienti per creare un’ambiente di convivialità molto forte.
Momenti “mondani” presso casera Nischiuarch, tra fuochi accesi e salami in taglio
L’escursione alla casera Nischiuarch da Sella Carnizza è l’occasione ideale per un’escursione semplice, ma al contempo in grado di regalare emozioni forti. Un sabato sera in cammino verso il casolare, specialmente nella stagione dell’accoppiamento dei cervi, saprà catapultarvi in un mondo dai sapori antichi, lontano dalla frenesia cittadina. La comoda forestale che conduce alla casera alterna momenti all’ombra dei faggi a vedute sui monti circostanti (Canin e Sart su tutti), che al tramonto vengono letteralmente inondati di colore, assumendo una tinta rossastra. Sì, non sono le sole Dolomiti ad essere “le montagne rosa”.
Dopo una rinfrancate pausa ad ammirare il calar della notte ascoltando i suoni della montagna, rientrare tra l’oscurità, spezzata soltanto dal fascio di luce delle torce frontali, aggiunge quel tocco di magia all’uscita. I bramiti viaggiano fino alle nostre orecchie, portati da una delicata brezza d’ottobre, mentre le stelle che brillano nel limpido cielo autunnale sembrano quasi baciare queste lande, così pregne d’un senso di libertà e riconnessione con il nostro lato più naturale ed autentico da far riempire gli occhi di lacrime. Non lacrime di tristezza, certo, ma lacrime di emozione.
Una cena tipica per connettersi al territorio
Al termine della passeggiata, per completare l’immersione a tutto tondo nel territorio, è molto consigliata una cena in stavolo presso Sella Carnizza. Personalmente ho optato per la consigliatissima Baita Al Taj, dove sapori genuini e pietanze tipiche preparate con amore delineano il doveroso punto esclamativo a conclusione di un’esperienza totalizzante nella magia della Val Resia. Durante la nostra cena abbiamo avuto la fortuna di godere dell’accompagnamento musicale, tipico resiano, di zitera e buncula. Ciliegina sulla torta di una serata difficile da dimenticare.
Tramonti remoti
Dopo un sabato sera così frizzante, all’insegna dell’immersione nelle caratteristiche del territorio, la domenica è stata orienta ad un’esperienza più selvaggia Verso cime di confine, ben distanti dal paese più vicino. Ad attenderci c’era la salita al monte Guarda da malga Coot, caratteristico agriturismo raggiungibile tramite una strada davvero suggestiva (e anche piuttosto tortuosa). Non abbiamo fatto in tempo a scendere dalle auto che il possente bramito di un cervo ci ha subito accolto; un inizio più che promettente!
Intrapreso il cammino, gli abeti bianchi e i faggi hanno lasciato ben presto spazio ad arbusti più bassi, lasciandoci ammirare la Val Resia nella sua interezza, apprezzandone le caratteristiche geomorfologiche, baciate dagli ultimi raggi di sole.
Dalla cima, le viste spaziano dal monte Triglav, re delle Alpi Giulie slovene, fino alle lontane Dolomiti, con la sagoma dell’Antelao a vegliare grandiosamente il panorama. Un’abbuffata di panorami, tale da lasciare estasiato anche il montanaro più incallito.
Il sopraggiungere del tramonto, accompagnato da una discreta brezza, è stato foriero di atmosfere sognanti. Un’esplosione di colori è stato il dipinto naturale che abbiamo avuto la fortuna di ammirare, contornato da un concerto di grida dei cervi, che ha “scortato” il giorno ad addormentarsi, lasciando spazio all’oscurità della notte.
Un rientro emozionante
L’assenza della luna, già tramontata, ci ha permesso di rientrare nella più totale oscurità. Quella che già di per sé sarebbe una discesa affascinante, è stata resa indimenticabile dai bramiti che ci hanno circondato, rimbalzando in una sorta di scontro tennistico tra i cervi alla nostra sinistra e alla nostra destra. In un simile contesto non poteva mancare una sosta, fuori sentiero, in silenzio e con le torce frontali spente, a sentirci parte di un simile spettacolo. Senza dubbio, è stato il modo migliore per congedarci da questa valle, solare ma al contempo misteriosa. Gli occhi, le orecchie e l’anima hanno fatto il pieno di meraviglia. Ricordi indelebili si sono impressi nel cuore. Preziosi ricordi sono stati lasciati tra queste terre, in attesa che i proprietari tornino a trovarli, e a fare visita alla parte del cuore che qui hanno lasciato.
5 consigli per godere appieno di un’esperienza come quelle descritte:
- Dotarsi di una buona torcia frontale (con le batterie cariche!)
- Scegliere un abbigliamento a strati. Al sole può far caldo, ma il sopraggiungere della sera può far precipitare le temperature
- Studiare molto bene l’itinerario. Al buio non è difficile perdere l’orientamento
- Portare con sé una mappa escursionistica del luogo, e, possibilmente un GPS da escursionismo
- Rispettare gli animali! Ricordiamo che non sono domestici, manteniamo un basso profilo e una distanza rispettosa