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False credenze sulle valanghe: 10 miti da sfatare in merito alla sicurezza in inverno

La montagna durante l’inverno ha sicuramente un fascino travolgente, e resistere alla tentazione di muoversi nel bianco mondo fatto di neve in libertà è veramente difficile. Indipendentemente che si scelga di farlo a piedi, con le ciaspole oppure con gli sci. Al contempo è però fondamentale ricordare che questa distesa immacolata presenta anche dei rischi: le valanghe, purtroppo, sono una realtà da non sottovalutare quando ci muoviamo in montagna in inverno. Alcuni “falsi miti” sono piuttosto diffusi, ed in questo articolo vedremo quali sono i principali, in modo da approcciarci alle attività invernali con maggior consapevolezza.

Va da sé che la prima cosa da fare se ci muoviamo in un territorio a rischio è essere dotati del kit di sicurezza Artva+Pala+Sonda, oltreché esserne addestrati all’utilizzo. Il kit è di fatto reso obbligatorio su quei terreni che possano essere considerati valanghivi, da una legge in realtà (al momento) piuttosto fumosa. In questo articolo si cerca di fare un po’ di chiarezza in merito al decreto.

Vediamo allora quali sono i principali luoghi comuni in merito al rischio valanghe. Alcuni possono sembrare più facilmente smentibili, mentre altri sono quasi contro-intuitivi e meritano un approfondimento.

  • “Non nevica da tanto, quindi il rischio è basso”. Falso, infatti con determinate condizioni del manto nevoso, il rischio valanghe può essere ben presente anche in caso di lunghi periodi senza nevicate (condizione sempre più comune negli ultimi anni), specialmente in condizioni di freddo intenso e prolungato, come vedremo nel punto successivo.
  • “Fa molto freddo da qualche giorno, quindi il manto nevoso è ben assestato”. Al contrario di quanto potrebbe sembrare logico ad intuito, un freddo intenso, continuo e costante è un nemico della coesione del manto nevoso, favorendo quei metamorfismi all’interno della coltre nevosa che aumentano il rischio di valanghe. Questo in special modo se…
  • “C’è poca neve, quindi il rischio è basso o nullo”. Questa è una delle “credenze popolari” più pericolose in merito alle valanghe. Per capirne il motivo bisogna capire cos’è il gradiente termico del manto nevoso. Per farla breve, si tratta della differenza di temperatura tra la neve a contatto con il suolo (che avrà sempre una temperatura vicina agli 0 gradi a causa del calore dovuto al flusso geotermico), e la neve in superficie. Più fa freddo, più la neve in superficie avrà una temperatura bassa e più questa differenza sarà marcata. Più il manto è sottile, più la curva che si ottiene riportando su un grafico questa differenza sarà marcata. Più arcuata è la curva, più alto è il rischio valanghe. Per capire meglio: con temperatura al suolo di 0 gradi e in superficie di -15, il gradiente sarà più ridotto se lo strato nevoso è profondo 2 metri piuttosto che 50 cm.
Rilievi stratigrafici nelle Alpi Carniche
  • “È nuvoloso, il pericolo è minore rispetto a una giornata soleggiata”. Durante le giornate nuvolose, i raggi infrarossi rimangono “incastrati” tra la superficie della neve e i bassi strati di nuvole, venendo rimbalzati tra questi 2. Al contrario, nelle giornate soleggiate rimbalzano sulla neve e poi si disperdono nell’atmosfera. Una maggiore presenza di raggi infrarossi aumenta l’instabilità del manto nevoso.
  • “Mi sto muovendo su terreno pianeggiante o poco ripido, quindi sono al sicuro”. Questo è generalmente vero, va però evidenziato che l’essere nelle vicinanze di un pendio valanghivo (pendenza tra 27° e 55°), sia sopra che sotto, può esporci al rischio. Muoversi su terreno pianeggiante o poco ripido è al 100% sicuro solo se ci troviamo lontani dai pendii soggetti a rischio.
  • “Nel bosco sono al sicuro”. Vero solo parzialmente, per essere sicuro, il bosco deve essere fitto e costituito di alberi di una certa dimensione. Il bosco rado, magari con alberi bassi e giovani non può essere considerato un luogo sicuro.
  • “Il terreno sotto al manto nevoso è ricco di piante, rocce e/o asperità, quindi aiuta a trattenere le valanghe”. Potrebbe essere vero per le valanghe di fondo, ovvero quando a staccarsi è l’intero manto nevoso fino al terreno; la maggior parte delle volte, però, lo strato debole che dà il via alla valanga si trova all’interno del manto.
Nell'immagine si apprezza quanto le asperità del terreno non abbiano trattenuto la valanga, che si è staccata da circa la metà (in profondità)del manto. Si osserva anche come il bosco rado non sia sicuro
  • “Le valanghe si staccano in modo casuale”. In effetti, è spesso l’uomo, creando un sovraccarico con il proprio peso che dà il via all’evento valanghivo.
  • “È primavera, ormai il manto è coeso e le valanghe che dovevano cadere lo hanno già fatto”. Purtroppo niente di più falso. Le slavine possono accadere anche molto tempo dopo l’ultima nevicata. Inoltre, le temperature in aumento sono all’origine delle cosiddette valanghe da debole coesione.
  • “Con le ciaspole non sono a rischio/sono meno a rischio rispetto agli scialpinisti”. Con le ciaspole, il nostro peso viene distribuito su una superficie minore rispetto agli sci. Questo comporta una maggiore penetrazione del nostro carico all’interno del manto, finanche ad 1 metro e mezzo. Più a fondo arriva il nostro peso, maggiore è la possibilità di andare ad intaccare uno strato debole.
Muoversi con le ciaspole non rende esenti da rischi

Concludendo, va capito che la montagna innevata è sicuramente estremamente affascinante. Va dunque approcciata sì senza paure immotivate, ma al contempo con il giusto rispetto, le giuste conoscenze e attrezzature. È anche importante sottolineare che ad essere esposto al pericolo non è solo chi pratica scialpinismo, ma anche gli escursionisti. Ricordiamo, in ultimo, che prima di intraprendere un’escursione è fondamentale consultare il bollettino valanghe.